Come al solito, c'è poco da recriminare sull'assegnazione dei premi Oscar. Però è simpatico dare un'occhiata disincantata ai risultati. A vincere è stato 12 anni schiavo, un verdetto filo-presidenziale, che però è bilanciato da Dallas buyer club, di impostazione anti-scientifica e anti-statale e come tale non sgradito alla destra stile tea-party (anche se devono aver fatto fatica a mandar giù la tematica relativa alla gayezza). Nel mezzo ci sta Gravity.
La piazzata ultima scorsa di Mia Farrow non è riuscita ad impedire il meritatissimo Oscar a Cate Blanchett, ma forse ha aiutato Jonze per la sceneggiatura. Le sciocche polemiche nostrane non hanno avuto, come era lecito immaginarsi, la minima eco negli USA e Paolo Sorrentino ha potuto così ricevere il suo Oscar. Solo premi minori per Il grande Gadsby.
Grande sconfitto American hustle, che non è riuscito a convertire nemmeno una delle dieci nomination. Altri film rimasti a bocca asciutta sono Captain Phillips, Nebraska (che io invece avrei coperto di premi), The wolf of Wall Street, Philomena, eccetera.
12 anni schiavo
miglior film
non protagonista femminile: Lupita Nyong'o
sceneggiatura non originale: John Ridley
Gravity
regia: Alfonso Cuarón
fotografia: Emmanuel Lubezki
montaggio: Alfonso Cuarón, Mark Sanger
colonna sonora: Steven Price
Dallas buyers club
protagonista maschile: Matthew McConaughey
non protagonista maschile: Jared Leto
trucco e parrucco: Adruitha Lee, Robin Mathews
Blue Jasmine
protagonista femminile: Cate Blanchett
Her
sceneggiatura originale: Spike Jonze
Frozen
lungometraggio animato
canzone originale: Let it go di Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez
La grande bellezza
miglior film in lingua straniera (dal punto di vista anglofono)
Nessun commento:
Posta un commento