Come si suol dire, a volte essi ritornano. E infatti questo weekend al cinema sono tornati in vetta i vampiri. Non sono più quelli di Twilight, e penso che buona parte degli spettatori avranno staccato il biglietto pensando di vedere qualcosa di diverso. La regia, infatti, e di Jonathan Levine, quello di Fa la cosa sbagliata e di 50 e 50, personaggio che non disprezza il tentativo di battere cassa, ma che lo fa con garbo, promuovendo comunque idee interessanti. Non a sufficienza per farmi vedere un film sui vampiri al cinema, ma abbastanza da non farmi dispiacere per il risultato che ha ottenuto.
In realtà si è trattato di un finesettimana fiacco, e i tre inseguitori (The impossible, Lincoln, Django) hanno incassato poco meno.
Segue un terzetto di new entry a partire dal quinto posto, occupato Broken city di Allen Hughes, un hard boiled (fuori tempo massimo) con un cast interessante (Mark Wahlberg, Russell Crowe, Catherine Zeta-Jones). Anche questo non supera il livello minimo di interesse per spingermi in sala. Ci ripenserò all'uscita del DVD.
Sesto Studio illegale, con Fabio Volo, personaggio su cui non ho nulla da dire e nessun interesse.
Settimo Zero dark thirty della Kathryn Bigelow, che è stata la mia scelta. Piaciuto abbastanza, anche se ho trovato un po' pilatesca (ma a suo modo comprensibile) la scelta di non prendere posizione sugli accadimenti narrati.
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